Le isole artificiali in aiuto dell’ambiente

Le isole artificiali in aiuto dell’ambiente

OLIVER CAMPONOVO ISOLE ARTIFICIALI – Si discute da parecchio tempo della sostenibilità nell’edilizia. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale a zero, sia nella costruzione che nell’energia utilizzata. In uno dei rami più avanguardisti dell’architettura, ovvero le isole artificiali, esistono dei progetti davvero interessanti che fanno da esempio perfetto. Sparse in tutto il mondo, queste isole si presentano sempre in modi diversi, ma alcune di esse hanno un fattore comune: custodire l’ambiente. Per le persone che hanno a cuore questo tema, come Oliver Camponovo, questi progetti rappresentano una spinta eccezionale per ottenere un vero e proprio cambiamento.

Le isole artificiali: in cosa consistono

Iniziamo col dire che esistono sia isole artificiali già esistenti, come in Giappone, sia dei progetti ancora da concretizzare. Ognuna di queste ha forma e costruzioni diverse dall’altra, inoltre i progetti più recenti stanno attirando molta attenzione mediatica e imprenditoriale.

Alcune possiedono delle solide fondamenta con cui poggiano sul fondale marino, altre invece possono incredibilmente galleggiare. Non solo: essendo costruite dall’uomo, la loro posizione dipende soltanto dai progetti messi sul tavolo. Potrebbero trovarsi nei pressi di una costa, oppure al largo degli oceani.

Attualmente, la maggior parte delle isole è piuttosto lontana dal rispetto dell’ambiente: infatti, quelle realizzate negli scorsi anni hanno in maggior parte evitato il tema. Tuttavia c’è grandissima speranza già nel presente con i progetti più recenti e anche nel futuro con le isole vicine alla costruzione.

Le isole che tutelano l’ambiente

Gli esempi più virtuosi di isole artificiali a impatto ambientale minimo lasciano tutti senza fiato. Perfino Oliver Camponovo, analista finanziario che ha a cuore il tema, non mette freni allo stupore verso queste città futuristiche, ma anche esotiche.

Sì, perché un’isola costruita dall’uomo si troverà al largo del Mar dei Caraibi: la futura città prende il nome di Blue Estate. Si può davvero parlare di una città in quanto si prevede una capienza totale di 15 mila persone, con ogni tipo di servizio, dagli ospedali alle università prestigiose. Si prevede che sia alimentata completamente da fonti rinnovabili, inoltre ospiterà ricerche per progetti sostenibili. La sua realizzazione è prevista per il 2070.

Un altro progetto interessante è quello dell’arcipelago artificiale di Copenaghen. Si chiama Lynetteholmen e sarà concluso nel 2035. Questo arcipelago avrà una doppia funzione: oltre a essere perfettamente abitabile, la sua posizione impedirà facilmente l’innalzamento delle maree sulla città danese. Tuttavia, questo progetto porta con sé delle polemiche: sembra che il suo impatto ambientale sia messo in discussione. Le sue dimensioni rappresentano una minaccia per l’ecosistema sottomarino, oltre all’inquinamento per i trasporti di materiale (circa 350 camion al giorno). Si è già parlato di usare solo mezzi di trasporto elettrici, ad ogni modo alcune questioni dovranno trovare dei miglioramenti.

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