Viaggiare post-pandemia secondo Ated

OLIVER CAMPONOVO ATED – La lista dei cambiamenti avvenuti durante il periodo di pandemia è davvero estesa. Oltre alle naturali esigenze sanitarie, abbiamo un altro fattore che ha accelerato particolarmente alcuni sviluppi: la tecnologia. Tra i tanti ambiti aggiornati in ogni dettaglio, abbiamo un tema caro all’analista finanziario Oliver Camponovo, cioè i viaggi. L’associazione Ated, infatti, ci aiuta a comprendere i prossimi cambiamenti nel turismo post-pandemia grazie alle tecnologie applicate a questo ambito lavorativo.

Il cambiamento nel turismo: prossimità e tecnologia

Le previsioni per il turismo della prossima alta stagione si focalizzano su due elementi: il turismo di prossimità e la tecnologia nei servizi. Questi fattori rappresentano sia soluzioni che miglioramenti per la seconda stagione estiva da attraversare convivendo con le restrizioni sanitarie.

Per turismo di prossimità si intende la scelta di destinazioni vicine al proprio punto di partenza. Questa dinamica risolve i problemi riguardanti gli spostamenti in destinazioni lontane, inoltre sostiene le attività locali e/o regionali.

Mentre le tecnologie che potremmo trovare nei servizi turistici sono sia a servizio dei viaggiatori, sia a supporto dei lavoratori. Per esempio, i turisti potrebbero vedere nei tour virtuali un’alternativa allo spostamento diretto nei siti di interesse. Dall’altro lato, molti enti hanno adoperato la modalità smart working anche per i lavoratori del proprio settore.

La tecnologia per aiutare il turismo

In questo anno, come nel precedente, il turismo riceverà un aiuto importante dalla tecnologia per permettere di rispettare il distanziamento sociale. Oltre alle campagne vaccinali in corso a livello internazionale, è tutt’ora necessario usare altri strumenti che consentano alle persone di usufruire o fornire determinati servizi anche a distanza.

Come possiamo leggere su Ated, molti enti turistici si sono tuffati nel mondo phygital per sfruttare tecnologie come il live streaming e tour virtuali. Non solo, grazie a migliorie nelle proprie connessioni internet e pianificazioni differenti hanno potuto alternare periodi di lavoro da remoto e in sede per i lavoratori.

Tali soluzioni rappresentano validissime alternative per il turismo sia prossimo che futuro, dando una chance alla tecnologia di rendere più piacevoli i nostri viaggi. Anche Oliver Camponovo, essendo patito del turismo sostenibile, si augura che la tecnologia renda il turismo maggiormente sostenibile.

Per saperne di più clicca qui.

Catherine Riney: Our World Travel Logs

Catherine Riney propone un progetto creativo e sostenibile per annotare i nostri viaggi. Un’idea interessante per non dimenticarli ed averli a portata di mano ogni volta che vogliamo. A chi non piace l’idea di ripercorrere le tappe dei nostri viaggi? Con questo piccolo libretto avrai la possibilità di farlo, senza pesare sull’ambiente. La particolarità di questo oggetto è proprio quella di essere prodotto in maniera sostenibile. Andiamo quindi a leggere le parole della creatrice di Our World Travel Logs.

Oliver Camponovo

Perché ho iniziato Our World Travel Logs – One Person’s Journey

Con questo articolo, vorrei cogliere l’occasione per condividere con voi un po’ di ciò che si nasconde dietro Our World Travel Logs. Vi porterò attraverso diverse sezioni suddivise in due parti, sentitevi liberi di saltare agli argomenti che vi interessano di più.

Parte Prima

Una panoramica

Come madre di due bambini e appassionata viaggiatrice ho voluto catturare i ricordi dei nostri viaggi in modo divertente ed educativo. In qualità di persona impegnata nella sostenibilità del nostro mondo, volevo essere sicura di farlo in modo consapevole dal punto di vista ambientale. Così è nato Our World Travel Logs. I miei prodotti e le mie confezioni  sono tutti realizzati con carta di provenienza sostenibile. Aggiungendo un blog sui viaggi e sull’ambiente, sento di contribuire a una conversazione più ampia su come possiamo godere e proteggere il nostro mondo. E mi piace il fatto che lo stia facendo attraverso il mezzo di un prodotto fisico – un libretto – che non ha bisogno di una batteria, di essere collegato o del wifi.

Perché ho iniziato Our World Travel Logs

Ho iniziato a progettare il registro di voli quando ho finito lo spazio in un libricino che avevo usato per entrambe le mie figlie da quando sono nate, ora sono adolescenti. Avendo bisogno di qualcosa per continuare a registrare il loro viaggio, ho fatto molte ricerche sui registri di volo e ho scoperto che erano in giro in varie forme da oltre 30 anni.

Io, purtroppo, non ne ho mai avuto uno da bambina, per registrare i miei viaggi. Quando avevo 2 anni mio padre ha trovato lavoro negli Stati Uniti presso l’ormai lontana Eastern Airlines. Questo significava un eventuale trasferimento in Florida da New York, quando io e mia sorella avevamo 3 anni e 1 anno, dove non conoscevamo nessuno. La famiglia di mio padre viveva per lo più a New York e quella di mia madre, ancora più lontana, in Australia.

In realtà tutti i miei viaggi e ciò che mi ha portato a progettare questo libro iniziano da quando i miei genitori si sono incontrati sull’isola di Mykonos in un vecchio ostello negli anni ’60. Ora è vista come una destinazione molto chic, decisamente non più così accessibile per un viaggiatore che si sposta con lo zaino in spalla. Entrambi avevano viaggiato molto in Europa, in Turchia e in Grecia. Una cosa molto australiana, ma un po’ più insolita per un americano di allora.

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Negli anni ’60 e ’70 i viaggi aerei erano un po’ più lussuosi, rari e lenti. Ho iniziato a volare proprio alla fine dell’età dell’oro del volo. Poiché la mia famiglia australiana non aveva ancora conosciuto né me né mio padre, mia madre era molto interessata ad approfittare dei pass di viaggio della compagnia aerea per i dipendenti e mi portò in Australia, il mio primo volo in assoluto.

Ero una bambina di 2 anni, e fu un viaggio epico, senza voli diretti – questo è sicuro – facendo 5 scali, oltre 48 ore e attraverso la linea internazionale. Ho persino fatto il giornale locale nella città natale di mia madre, Newcastle, nel New South Wales, Australia!

Ho molti ricordi felici di altri viaggi che abbiamo fatto per visitare la nostra famiglia australiana. È stato l’inizio per me e per mia sorella del fascino del mondo, sia a casa che lontano. Abbiamo viaggiato negli USA in tenda, camper e aereo. L’esplorazione è sempre stata per noi una seconda natura.

Da adulta ho trascorso diversi anni dove lavoravo giusto il tempo necessario per finanziare la mia successiva avventura, su tutti i mezzi di trasporto, da sola o con gli amici, a volte per mesi. Il mio preferito, sempre il lungo viaggio lento con lo zaino in spalla.

Il mio viaggio preferito resta sempre il lungo viaggio lento con lo zaino in spalla

E sì, ho instillato questo nei miei figli. Loro hanno tre paesi d’origine, proprio come me. Da adolescente la mia famiglia si trasferì di nuovo, questa volta dalla Florida a Newcastle, in Australia, dove i miei genitori vivono ancora circondati dalle spiagge, dalla boscaglia e da ogni sorta di parenti e amici.

Io e mia sorella viviamo in Europa. Mia sorella è in Germania e io sono a Londra. Le mie figlie sono delle vere londinesi nate in un ospedale di fronte al Westminster Palace e al Tamigi. Anche una parte di me è londinese. Lo stesso vale per mio marito che è di Nottingham, nelle Midlands dell’Inghilterra.

Le mie figlie hanno fatto molti viaggi, come me e mia sorella, visitando la famiglia negli Stati Uniti e in Australia fin da piccole, oltre a vivere molte avventure più vicine a casa, soprattutto in questo momento.

Hanno registrato ogni volo e io ora sto lavorando al mio prossimo diario di bordo per registrare qualcosa di più dei soli voli, per garantire che il loro viaggio completo nel nostro mondo venga catturato. Our World Travel Logs è stato progettato per uso personale, prima di tutto. Quando invece ho deciso di partecipare a un concorso ho davvero pensato di condividerlo con il mondo intero, a breve mi spiegherò meglio.

Come ho fatto

Design

Ho sviluppato il progetto attraverso una combinazione di ricerca e di riflessioni personali su quello che volevo che pensassero le mie ragazze quando viaggiavano. L’ho anche provato con altre famiglie e amici. Ho dovuto imparare a usare il software di progettazione e dove trovare le stampanti giuste che possano sostenere il mio obiettivo sostenibile.

Our World Flight Log è stato progettato per portarti in viaggio, mentre sfogli le pagine, da chi sei, a quanto hai volato, verso i paesi in cui stai andando e prima di aver percorso la distanza totale del viaggio. Magari hai girato tutto il mondo e, forse, sei anche andato e tornato dalla luna! C’è anche quello che io chiamo la colonna segreta dove puoi registrare chi era con te durante il tuo viaggio e altre brevi informazioni per rinfrescarti la memoria. Anche la dimensione è stato un dettaglio importante, ho optato per un libretto formato passaporto da poter portare con te. Circa 90mm x 125mm.

Le mie pagine preferite sono le bandiere e la mappa del mondo, sperando di ispirare chi lo usa a fare domande sui luoghi che stanno visitando. Una bandiera è un ottimo punto di partenza.

Volutamente non volevo un prodotto elettronico, i libri sono un mio primo amore che ti permette di condividere e ricordare l’esperienza del viaggio in modo tattile. Abbiamo avuto incredibili interazioni con i piloti e l’equipaggio quando abbiamo chiesto i dettagli della nostro viaggio per i nostri registri di volo.

Focus sul business sostenibile

Mi era diventato chiaro, molto rapidamente, che l’unico modo per stampare un prodotto era quello di farlo nel modo più sostenibile possibile. Per questo motivo ho cercato carta e stampatori sostenibili che potessero fornire questo servizio e che lavorassero in modo sostenibile. Nel Regno Unito ciò significa che ho utilizzato carta del Forestry Stewardship Council (FSC) che viene raccolta in modo sostenibile.

La prima stampa è stata effettuata nell’ottobre 2018 e, man mano che le cose stanno andando avanti, ho intenzione di fare qualche altra richiesta per rendere la prossima stampa e il prodotto ancora più sostenibile. Ho imparato molto attraverso tutte le fasi di sviluppo che ho attraversato e intendo metterle in pratica.

La mia carriera professionale è sempre stata nel mondo degli affari come contabile e consulente per il cambiamento aziendale, lavorando con tutti i tipi di organizzazioni grandi e piccole, in Australia e nel Regno Unito. Non ho mai fatto niente del genere prima d’ora, anche se sono sempre stata creativa, ma più che altro con la macchina fotografica o con un pennello. È stata una nuova sfida per me.

Nella seconda parte, ti guiderò attraverso la competizione e dove si trova oggi la mia attività.

Un nuovo enzima per riciclare la plastica. Ne parla Oliver Camponovo

OLIVER CAMPONOVO PLASTICA - Un team di ricercatori dell’Università di Portsmouth sta studiando, da diversi anni, un’arma “anti-plastica” che potrebbe risolvere il problema dell’inquinamento. Oliver Camponovo ci parla di un superenzima, sei volte più potente del batterio predecessore e molto più efficace rispetto a quello scoperto nel 2016.

La lotta contro l’inquinamento

L’Italia è uno dei paesi dell’Unione Europea più a rischio di tutti: ci sono alcune discariche incriminate dall’Ue per i loro metodi antiquati di riciclaggio. In 12 mesi, secondo la Corte dell’Unione Europea, l’Italia dovrà chiudere 12 discariche che non hanno requisiti base. I rischi maggiori: multe salate e chiusura definitiva. La lotta contro la plastica, in generale, e il riciclo rifiuti durano da circa un decennio.

Riciclare bene la plastica. Si può

Oliver Camponovo ha scoperto il lavoro effettuato da un team di scienziati: questi hanno prodotto, nel lontano 2018, un primo superenzima, combinando due enzimi “mangiaplastica”. Questo nuovo superenzima, scoperto recentemente, riesce a smontare i polimeri in maniera molto repentina. Potrebbe essere l’ultima arma contro l’inquinamento causato dalla plastica, che da più di mezzo secolo inquina i sistemi idrici, mari e oceani di tutto il mondo. I risultati del laboratorio sono stati pubblicati sul Proceedings of the National Academy of Sciences.

Per maggiori informazioni leggere

Sempre più persone scelgono viaggi sostenibili

VIAGGI SOSTENIBILI - L’ambiente e il rispetto per chi ci vive accanto sembrano essere diventate - giustamente - le priorità nella vita della maggior parte delle persone. E tali persone cercano di adattare la propria vita compiendo scelte sempre più consapevoli e sostenibili in ogni ambito. Lo dimostra la ricerca condotta dal Sustainable Travel Report 2022 di Booking che parla di viaggi sostenibili. 

I risultati dello studio del Sustainable Travel Report 2022 sui viaggi sostenibili

Nel 2021 sono stati almeno il 46% i viaggiatori che hanno effettuato un viaggio eco-sostenibile, mentre ci si aspetta che nel 2022 a livello globale siano almeno il 78%. Questo incremento dimostra che non solo è aumentato l’interesse verso i viaggi sostenibili ma anche la loro concreta applicazione. 

La ricerca condotta dal  Sustainable Travel Report 2022 di Booking riguarda 30mila persone di 32 diversi Paesi tra cui l’Italia. Questa rivela che 81% dei viaggiatori internazionali (93% degli italiani) è attento alla sostenibilità del proprio viaggio, a differenziare è però il livello in cui vi presta attenzione e a cosa viene data la priorità. Il 76% dei travel italiani, ad esempio, si dice attento all'ambiente fin dalla fase di prenotazione, mentre il 35% dei viaggiatori globali e il 43% degli italiani ritiene prioritario l’impegno per l’ambiente dimostrato dalle strutture ricettive e dalle società di trasporto.

Tipologia di viaggi sostenibili

Oltre alla scelta di strutture e servizi sostenibili quali sono le altre caratteristiche che rendono un viaggio green? Il Sole 24 Ore, riportando la ricerca il Sustainable Travel Report 2022 ne fa alcuni esempi. Ne riportiamo un elenco sommario.

Per conoscere meglio le iniziative sopra elencate: Fra climate change e mete alternative, avanti tutta ai viaggi sostenibili

Il calcio può essere più sostenibile? Risponde Davide Moscardelli

DAVIDE MOSCARDELLI CALCIO SOSTENIBILE - Nato a Mons, in Belgio, da famiglia di origini romane, Davide Moscardelli è un ex calciatore, nel ruolo di centrocampista. In Italia ha militato anche in Serie A con Chievo e Bologna, guidato dal tecnico Stefano Pioli. Oggi, con il nuovo format ilBarbaverso, commenta il calcio direttamente dal metaverso. Oliver Camponovo lo ha intervistato per parlare di come lo sport più diffuso in Italia, può diventare più sostenibile

Verso un calcio più sostenibile, intervista di Oliver Camponovo a Davide Moscardelli

I Mondiali in Qatar hanno fatto molto parlare di sé non solo per l’aspetto calcistico. Uno dei temi più diffusi è stato quello della sostenibilità. Come può il calcio aiutare nella lotta per un mondo più sostenibile?

Il calcio può sicuramente migliorare la sostenibilità, non saprei proprio dirti come, ma ha una visibilità a livello mondiale che già di fatto la rende vincente.

I viaggi per le trasferte sono uno degli aspetti che maggiormente influisce nella definizione di un calcio poco eco-sostenibile. Cosa si potrebbe fare per invertire questa rotta?

Non so rispondere a questa domanda. I viaggi ci sono, le partite sono tante.Le trasferte devono essere fatte nel modo più veloce e comodo per i giocatori, che devono concentrarsi sulla prestazione fisica. Probabilmente dovranno venire in aiuto mezzi più sostenibili ma sinceramente al momento non vedo soluzioni sostenibili.

Il Tottenham in occasione della Conferenza mondiale sul clima a Glasgow ha comunicato di aver organizzato una partita di calcio a emissioni zero e ci è riuscito. Ritiene che sia possibile rendere questo processo definitivo e non una tantum?  

Beh fare una partita ad impatto zero e renderla definitiva penso sia un po’ presto, ma come ha fatto il Tottenham per renderlo definitivo bisogna cominciare, già questo è importante. Però non sarà per nulla semplice e ci vorrà del tempo, non è detto oltretutto che ci si riesca.

Riciclaggio mascherine: Camponovo condivide un nuovo metodo

RICICLAGGIO – La procedura scoperta è applicabile a tutte le mascherine chirurgiche e ai guanti monouso, così come al resto dei DPI, quali camici, occhiali di sicurezza in plastica e molto altro. Come prodotti finali si otterranno due liquidi, acqua e aceto.

Riciclaggio rifiuti covid: alcuni dati

I dati riguardanti i rifiuti covid sono davvero allarmanti: ogni giorno vengono buttati all’interno del cestino dell’indifferenziato circa 3,4 miliardi di mascherine usa e getta. I guanti gettati, in tutto il mondo, raggiungono la cifra di 65 miliardi in un solo mese. Dopo l’emergenza covid è subentrata l’emergenza rifiuti covid, dichiarata fin dall’inizio del 2019. Solo nel 2020 le mascherine disperse nell’ambiente sono state 1,65 miliardi. L’università di Auckland ha escogitato questo nuovo processo di riciclaggio rifiuti, pro sustainability, accolto molto bene grazie ai risultati finali ottenuti.

Il team dell’università di Auckland ha realizzato un prototipo, per ora limitato ad una scala ridotta. L’obiettivo di quest’anno sarà creare un proof-of-concept su scala reale. Il processo di riciclaggio tramite termoliquefazione ha lo stesso costo dello smaltimento rifiuti di una discarica, con vantaggi indubbiamente migliori per l’ambiente. Speriamo diventi un metodo ricorso sin dall’inizio dell’anno prossimo.

Di fatto, i nuovi regolamenti sul cambiamento climatico, già attuati da molti paesi in via di sviluppo, sono soltanto l’inizio di una “green revolution” per il nostro pianeta. Oliver Camponovo, analista, finanziario e investitore, aveva espresso un suo pensiero riguardo l’importanza del riciclo e delle nuove misure da adottare: “L’accordo di Parigi del 2030 e altri accordi simili obbligheranno i paesi a regolare gli agenti del cambiamento climatico e a prendere misure correttive. La Cina ha già fatto dei passi in questa direzione, proibendo le fabbriche chimiche e altre imprese inquinanti, il che dovrebbe diventare più di una tendenza. Altri paesi ricchi e in via di sviluppo saranno spinti a farlo quando il costo reale del cambiamento climatico (più perturbazioni meteorologiche e disastri naturali) diventerà evidente”. Potremmo già essere sulla buona strada.

LEGGI ANCHE → Oliver Camponovo: Quattro megatrend che trasformeranno il mondo.

Procedura di riciclaggio

La procedura, totalmente rivoluzionaria e fondamentale per un mercato ecogreen sostenibile, può essere applicata a qualsiasi tipo di mascherina, così come ai camici e agli occhiali di sicurezza. Lo step numero 1 è quello della tritatura dei rifiuti. Dopodichè si applicherà un trattamento con acqua calda pressurizzata e aria compressa. Il tutto ad una temperatura di 300° C per circa un’ora. Il riciclaggio dei rifiuti darà, alla fine del procedimento, acqua e acido acetico liquidiossigeno e CO2 come gas.

Il processo di liquefazione idrotermica, detto anche pirolisi idrotermale o termoliquefazione, distrugge completamente i rifiuti. Di seguito le parole del professore di ingegneria chimica Saied Baroutian, collaboratore del progetto insieme alle università di Otago e Waterloo: “Il liquido prodotto nel processo è sicuro, inerte e può essere riutilizzato – l’aceto o acido acetico può essere usato per disinfettare e l’acqua può essere riutilizzata per il ciclo di lavorazione, minimizzando così il consumo di acqua e aumentando la sostenibilità”. 

La soluzione adottata dall’università di Auckland è solo l’inizio di una serie di scoperte. Tutti i governi e molti paesi dovranno spingere ad un riciclaggio smart. Come dice Oliver Camponovo, “Migliore igiene, acqua pulita e aria pulita saranno le priorità per i governi e le aziende. Ne abbiamo già visto l’inizio […] Vediamo anche una spinta per oggetti biodegradabili, divieti di plastica e riciclaggio, così come il diritto alla riparazione (qualcosa di nuovo per il mondo sviluppato, ma qualcosa che noi facciamo da molto tempo!)”.

Maggiori informazioni a riguardo è possibile trovarle all’interno del seguente articolo, Acqua e aceto dove prima c’erano le mascherine, passi avanti nel riciclo rifiuti DPI.

Flora e fauna sottomarina protetti dall'arte

Le conseguenze dei cambiamenti climatici e l’inquinamento si fanno sentire fortemente sui mari. La vita sott’acqua non è più rose e fiori come il granchio Flander canta nel celebre classico Disney “La sirenetta”. Numerose sono le specie in via di estinzione o già scomparse, sia per quanto riguarda la flora che la fauna. Noi nel nostro piccolo possiamo fare molto, ma c’è anche chi già ci ha pensato e nel suo grande ha fatto molto di più. Stiamo parlando dell’artista r e dei suoi ecomusei sottomarini.

Chi è Jason deCaires Taylor, mente degli ecomusei sottomarini

Jason deCaires Taylor è uno scultore inglese, grande appassionato di arte, fotografia subacquea e ambiente. La sua genialità sta nell’aver molto presto compreso le potenzialità che l’arte può avere. Ha così molto presto cominciato a realizzare opere pensate per essere inserite in luoghi colpiti da calamità naturali o con bisogni particolari. Tra questi rientra proprio il mare e i suoi fondali. Infatti egli ha dato vita a numerose opere con lo scopo non solo di essere ammirate ma anche con una funzionalità pratica. Esse infatti costituiscono l’appiglio giusto per ricreare l'habitat naturale, ormai danneggiato, di flora e fauna marina.

La sua prima opera, e anche la più grande, è il Cancún underwater museum, noto anche come MUSA. L’installazione è il primo ecomuseo sottomarino al mondo. Comprende più di 485 sculture sommerse e 30 pezzi sulla terraferma tra la costa di Cancun e la costa occidentale della Isla Mujeres.

L’ecomuseo sottomarino per la flora e fauna a Cannes

La maggior parte del lavoro di Taylor si concentra sulle coste messicane, ma non mancano anche installazioni nei mari europei. La sua ultima realizzazione è stata appunto inabissata a una profondità di cinque metri al largo di Cannes,di fronte all’isola Sainte-Marguerite. Infatti il 28 gennaio 2021 sono state immerse sei statue, di due metri di altezza e circa dieci tonnellate di peso ciascuna. Queste statue rappresentano dei volti che si ispirano alla leggende della “maschera di ferro” che aleggia sull’isola di fronte alla quale si trovano.

L’ecomuseo sottomarino non è lontano dalla costa, questo perché l’intento è che sia facilmente raggiungibile a nuoto da tutti. In prossimità delle statue, infatti sarà vietato l’ancoraggio di imbarcazioni, per salvaguardare l’opera, ma soprattutto per proteggere la flora e la fauna che andranno a creare il proprio habitat sulle sculture.

Ma come possono le sculture di Taylor essere ecosostenibili?

Il sindaco di Cannes, David Lisnard, in una dichiarazione ha riassunto quello che gli ecomusei sottomarini rappresentano.

“Si è realizzato un incontro tra natura, cultura, arte e aspetto educativo”

Le sculture di Taylor sono proprio questo, un mix perfetto di arte, cultura e salvaguardia del nostro pianeta. Le opere vengono realizzate con materiali ecocompatibili con lo spazio marino. La cosa più importante però è che questo materiali permettono alle sculture di avere un ph superficiale neutro, capace di attrarre le forme di vita marine. Le statue costituiscono così il luogo di vita ideale per la fauna e la flora marittima, che vi andranno a creare la propria casa e il proprio rifugio.

Allarme Coldiretti sul rincaro prezzi: frutta, verdure e pasta in aumento. Il problema alla base è il cambiamento climatico

Il Coldiretti dichiara l’aumento record per pere, pasta e frutti di mare, a causa dei rincari energetici e del cambiamento climatico. In aumento sono anche i costi per l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per gli ortaggi, la plastica (+72%), il vetro (+40%) e la carta (+31%). I cambiamenti climatici e il caro bolletta hanno aumentato il prezzo di tantissimi prodotti, secondo i dati Istat. Sarebbe il caso di attuare sempre più una mentalità green?

Prodotti del made in Italy che in realtà non lo sono

Secondo l’analisi effettuata dalla confederazione, molti dei prodotti bio vengono spacciati per italiani ma in realtà non lo sono. I prezzi eccessivi di pasta, verdure e frutta sono causati anche dal danno causato dalla cimice asiatica e altri parassiti. Diverse condizioni, quindi, hanno portato ad un rincaro di grano (+10%), riso (25%), il vino (9%) e la frutta (15%). Riguardo quest’ultima, le pere sono passate da una produzione di 770 milioni di chili nel 2017 a 276 milioni di chili nel 2021.

L’aumento dei costi in altri settori

L’aumento del prezzo del gasolio (quasi +50%) ha fatto schizzare alle stelle il costo delle semine, così come l’aumento del costo del gas, usato per i fertilizzanti, ha fatto aumentare il costo dei concimi (+143%). I rincari di prezzo sono andati ad incidere anche sulle filiere, come latte, olio e passate.

Maggiori approfondimenti si possono trovare all’interno dell’articolo che segue, Prezzi alimentari, Coldiretti: “Aumenti record per pere, pasta e frutti di mare causa rincari di energia e concimi e cambiamento climatico”.

Anche Walmart si prepara per il metaverso e per il mercato NFT

La redazione di CNBC ha dichiarato che la più grande catena di punti vendita del pianeta, Walmart, farà il suo ingresso nel mondo delle criptovalute. Lo scorso 30 dicembre 2021 il gruppo ha depositato sette richieste di registrazioni di alcuni marchi. La CNBC non conferma e non smentisce la voce di corridoio. Intanto il gruppo ha rilasciato la dichiarazione “Testiamo nuove idee di continuo. Alcune diventano prodotti o servizi offerti ai clienti. Da alcune, invece, impariamo qualcosa”.

La corsa al Metaverso

Da quando Facebook ha annunciato che avrebbe cambiato il nome della sua azienda in Meta, dichiarando le sue ambizioni oltre i social media, le aziende si sono affrettate a capire come si inseriranno nel Metaverso. Ad inizio novembre Nike presenta una serie di richieste, per poi dichiarare che collaborerà con Roblox per creare il suo Metaverso, Nikeland. Il tutto confermato anche dall’acquisto di RTFKT, la società di scarpe da ginnastica virtuali. Poi è stato il turno di Gap, che ha iniziato a vendere NFT delle sue felpe con logo, vendendole ad una cifra base di $ 8,40 (fino a 415 dollari). Durante le prime settimane del 2022 è stato il turno di Under Armour, Urban Outfitters e Ralph Lauren.

NFT e valuta digitale

Secondo quanto dicono i leaks, Walmart debutterà con una propria valuta digitale e con un NFT. Nei documenti presentati ci sono chiari riferimenti ad asset legati alle blockchain, download di software per wallet di valute digitali. Le informazioni molto dettagliate fanno pensare ad un’iniziativa ben pianificata.

Per maggiori informazioni riguardo la recente news di Walmart, basta cliccare sul link seguente, Walmart nel metaverso con una criptovaluta e NFT.

Exco: fiera virtuale per l'ecosostenibilità

EXCO VIRTUALE ECOSOSTENIBILITÀ – Con i cambiamenti climatici che stiamo vivendo e le conseguenze sempre più catastrofiche è importantissimo far conoscere a tutti quelle che sono le soluzioni green da poter attuare. Per questo motivo il gruppo di Ecofuturo Festival non si è voluto arrendere e ha lanciato il progetto EXCO: fiera completamente virtuale che racchiude tutto ciò che riguarda l’ecosostenibilità

Da dove è nata la necessità di una fiera virtuale

Con la pandemia in atto e il blocco degli eventi in presenza, molti sono stati i settori che ne hanno risentito e non hanno potuto organizzare nulla per dare spazio ai loro prodotti. I fondatori di Ecofuturo Jacopo Fo, Fabio Roggiolani e Michele Dotti, invece, hanno voluto che anche questo anno ci fosse un luogo dove poter portare avanti la loro etica: il connubio tra tecnologia e ambiente, il lato positivo dell’innovazione, le concrete opportunità per una reale svolta green.

Per questo motivo grazie alla collaborazione con Advepa Communication ha preso vita la fiera virtuale EXCO. La manifestazione sarà totalmente online e in linea con i principi che vuole proporre, rendendola più sostenibile ed economica.

Cosa potremo visitare all’interno di EXCO

Tutto quello che troveremo all’interno della fiera riguarda l’Eco-informazione e le imprese sostenibili ed etiche. Una volta effettuato l’accesso, tramite il sito web di Ecquologia potremmo cominciare la nostra visita ai padiglioni esattamente come in un evento in presenza. Nei vari stand ci saranno prodotti e informazioni relativi alle risorse ecosostenibili, efficienza energetica, energie rinnovabili, agli ecobonus. Sarà possibile scoprire anche la portualità green e autostrade del mare, mobilità elettrica, colonnine e wall box.

Non solo, sarà presente il mondo dell’associazionismo, oltre a librerie, mostre, film e documentari e la possibilità di seguire webinar di approfondimento.

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L’impatto che può avere un evento virtuale per l’ecosostenibilità

EXCO è la prima fiera in realtà virtuale dedicata alle tematiche riguardanti l’ecosostenibilità.

Organizzare un evento online non prevede spostamenti fisici e abbatte le barriere dovute alla distanza. Questo fa sì che si possa raggiungere un numero maggiore di visitatori e avere più influenza su di essi. L’impatto che questo aspetto ha, lo si è già potuto assaporare dando un’occhiata alle visualizzazioni delle dirette streaming sui social, in occasione dell’inaugurazione dell’evento. A visionare i contenuti presentati dal Ministro Di Maio e dal Segretario Di Stefano durante le loro dirette sono state più di 350.000 persone.

Questi sono numeri importanti per la rete del mondo ecologista e tenderanno ad aumentare grazie alla visibilità che solo la rete può dare.

Perchè partecipare

In un periodo storico, come quello che stiamo vivendo, questo tipo di eventi assumono un’importanza fondamentale.

I temi trattati sono imprescindibili e dovrebbero rientrare tra gli interessi di ognuno di noi. Cambiamenti climatici, epidemie sono tutti fattori con cui dovremmo abituarci a convivere ma che potremmo anche combattere se solo ci informassimo di più su quelle che sono le soluzioni applicabili nella quotidianità.

EXCO ci offre questo: un luogo dove poter ottenere tutte le informazioni direttamente dal divano di casa. L’esperienza è reale e sostenibile al 100%. Pensata e realizzata sul e per l’ambiente e su come vivere in un futuro migliore.